venerdì 27 febbraio 2015

IL PARCO DEI CAPPUCCINI

Tutta l'attenzione è ora rivolta allo stato di degrado del Parco della Stazione, ma si trascurano le zone vicine che vessano in condizioni simili.
Sarà per giustificare il progetto di edificazione sul parco?
Il nostro comitato QUASICENTRUM si è costituito per avviare un progetto partecipato di riqualificazione urbana: un progetto voluto dai cittadini per la città. Il cuore del progetto è il Parco dei Cappuccini da anni in stato di abbandono, che ci ha riuniti per contrastare il lento degrado del quartiere.
Si trova a pochi metri dalla Stazione e soffre degli stessi problemi di cui riferiscono le cronache giornalistiche: delinquenza, spaccio di droga, bande di ragazzini piú o meno violenti, irrispettosi del decoro cittadino (un termine desueto!) e carenti di educazione civica. Se accoltellamenti avvengono nel parco della stazione, non sono da meno le aggressioni nel piazzale retrostante al cantiere di via Alto Adige, da anni abbandonato e di proprietà comunale. Uno spazio di proprietà comunale che insiste sullo stesso  comparto, ma stranamente non è stato compreso nel progetto di riqualificazione urbanistica!
Questi spazi pubblici di cui il Comune di Bolzano si disinteressa da molto tempo e per i quale non è stato in grado di elaborare una visione ed una riqualificazione sostenibile sono diventati la testimonianza del fallimento delle sue politiche urbane.

Spazi pubblici “abbandonati” dalla città sono occupati da persone “abbandonate” dalla società, è un’equazione che si dimostra da sola.

Negli anni la popolazione residente ha abbandonato il Parco dei Cappuccini, perché è frequentato da gruppi di persone che incutono diffidenza, a volte anche timore. Non siamo abituati a guardare in faccia il degrado sociale, le persone che vivono ai margini della società civile, sbandati, senza fissa dimora, alcolizzati, vagabondi, senza tetto, barboni, immigrati da un altro mondo che non è il nostro e non conosciamo a sufficienza. E chi ce lo fa fare? La società se ne frega di loro. Sì ci sono i servizi sociali, l’assistenza, ma quanto incidono? Riescono a riportarli in società, e loro vogliono tornarci? Si riconoscono e ne condividono i valori? Sono tematiche complesse che l’indifferenza ed il pensiero comune preferisce semplificare e rivolvere con l’emarginazione.
Si guardi da un’altra parte. Quando però anche voltandosi altrove la presenza indesiderata degli emarginati persiste, anzi per le
condizioni storiche, politiche ed economiche, tende a crescere, moltiplicarsi, degenerare, allora subentra l’intolleranza. Immigrati, stranieri, disoccupati, poveri, privi di risorse ed alienati da condizioni di vita sfavorevoli, a volte insopportabili, diventano persone fisiche sulle quali sfogare il proprio rancore. Rancore, insoddisfazione e frustrazione causati da politiche di tutela sociale ed economica che hanno fallito e non funzionano adeguatamente. Il cittadino non volge lo sguardo alla politica (troppo impegno!) che è parte in causa, preferisce puntare il dito sui più deboli, e sugli emarginati che hanno fatto del loro stato una professione di vita.

Così alcuni politici demagogici sfruttano a fini elettoralistici le stesse vittime di politiche urbane inefficaci e promuovono, con soddisfazione dei più, l’ultimo strumento per loro praticabile il controllo sociale e del territorio con azioni di polizia.

Lo spazio pubblico diventa un polo di attrazione per il degrado sociale quando non è presidiato/frequentato dai cittadini, quando non è allestito per essere un luogo accogliente, ospitale che offra funzioni rigenerative. In questi due parchi non si trovano giochi dei bambini, panchine comode posizionate al posto giusto (al sole d’inverno ed all’ombra d’estate), cestini portarifiuti, tavoli per consumare uno spuntino o per giocare a scacchi, a carte, fontanelle per abbeverarsi, fontane per rinfrescarsi, una corretta illuminazione notturna, specchi d’acqua, animali per la curiosità dei bambini, chioschi alimentari con offerta alternativa al junk food, …

Sono aspettative irrealizzabili? O sono interventi alla portata di qualsiasi municipalità che riconosca il potenziale, il valore dei suoi spazi pubblici, e tenga al benessere dei cittadini?

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